Due giovani allevatori appena entrati nella nostra grande famiglia
La famiglia del Consorzio Vacche Rosse si è ampliata ancora. Lo scorso gennaio, infatti, abbiamo accolto altri due soci allevatori che ci hanno trasmesso una bella carica per la loro giovane età.
Si tratta di Mattia Giroldini e Michele Anselmi: alla guida, rispettivamente, dell’Azienda Agricola Giroldini Mattia di Gavasseto (Reggio Emilia) e della Società Agricola San Lucio di Sassuolo (Modena).
Entrambi nati nel 1998 e cresciuti a contatto con le attività agricole famigliari, sin da bambini hanno sviluppato una genuina passione verso la natura e gli animali. Mattia, finite le scuole superiori, ha ripreso in mano i terreni e la stalla di famiglia cominciando ad allevare Rosse Reggiane nel 2020. Michele, invece, si è laureato in Ingegneria Meccanica tenendo comunque viva una vocazione che, due anni fa, l’ha portato ad allevare Rosse in seguito a un’esperienza precedente con altre bovine.
Li abbiamo contattati per farci raccontare i loro percorsi di vita e lavoro.


Costanza, voglia e passione
È su queste tre basi che Mattia Giroldini ritiene necessario fare il mestiere di allevatore: «Ti deve piacere, sennò non tiri dritto e non vai a lavorare anche tutte le domeniche. Non è un lavoro leggero, che ti lascia molto tempo libero, almeno finché non hai un numero di bovine tale da permetterti un operaio che ti aiuti. Poi io devo dire che, organizzandomi e coi mezzi e macchinari di adesso, riesco a giostrarmi bene».
Mattia ha una voce dal tono allegro, fresco ed energico; mette di buonumore. Nel dare avvio alla sua attività, dice di essere è stato avvantaggiato dal fatto che «terra e stalla ce le avevo già. Ho solo dovuto rimetterci dentro gli animali».
La sua azienda agricola è quella appartenuta al fratello di suo nonno e, una volta defunto, ai suoi genitori. Per anni affittata all’allevatore Marco Prandi del Consorzio Vacche Rosse, appena scaduto il contratto d’affitto decide di riprenderla e avviarla di sua iniziativa: «E vedendo che qua, con Prandi, ci sono sempre state le Reggiane, allora ho scelto quella strada lì. Ho cominciato, così, ad allevare le prime vitelle nel 2020 e a prendere altre manze di Razza Reggiana. Ma con gradualità, per fare esperienza. Dopo ho preso anche delle vacche da latte e ho iniziato a conferire al Consorzio a novembre 2022. Prima, però, mi sono dovuto fare le ossa».
L’umiltà al fondo delle sue parole, fa il paio con l’orgoglio di allevare bovine tipiche del suo territorio reggiano e che sono rustiche (dunque più semplici da gestire), tranquille e trattate senza essere sfruttate. Per questo, danno pochi problemi e forniscono con continuità un latte dalle qualità uniche – «totalmente diverso dagli altri» – da cui nasce il Parmigiano Reggiano Vacche Rosse: un’altra espressione della sua terra di cui va fiero per l’eccellenza che lo distingue. «E distinguersi dalla massa» – ci tiene a sottolineare – «non fa male. Infatti, è un prodotto che vende bene, piace alla gente e questo dà molte soddisfazioni».
È quasi venuto da sé, perciò, l’incontro fra lui e il Consorzio Vacche Rosse che «oltre ad avercelo comodo per il ritiro del latte» – aggiunge, ridendo, il nostro nuovo socio – «confrontandomi con altri allevatori, tutti me ne hanno parlato bene; dicendomi inoltre che col Consorzio si è più al sicuro, più stabili economicamente».
Il coraggio della vocazione
Pure Michele Anselmi ha avuto il vantaggio – afferma lui stesso – di avere già terreni e stalla dell’azienda agricola famigliare, dove all’età di 18 anni ha deciso di reintrodurre dei bovini, animato da un amore che risale a quand’era bambino: «Abitando in campagna, vicino a me ci sono delle stalle che da piccolo frequentavo in continuazione, perché avevo proprio una passione per la natura e gli animali. In più, avendo a disposizione degli spazi, ho provato in seguito a mettere in pratica un sogno che c’è sempre stato».
Il sogno di fare il contadino allevatore è quindi diventato realtà, dopo aver compreso con chiarezza che la sua vocazione era talmente forte da essere irrinunciabile. Neanche gli studi di Ingegneria Meccanica, in cui si è laureato a Modena, gli hanno fatto cambiare idea. Anzi: «Li avevo scelti nell’ottica futura di una maggiore sicurezza lavorativa ed economica. Però, sapevo che non era quello il settore in cui avrei voluto lavorare. Col tempo, questa consapevolezza è diventata più forte, portandomi a fare delle scelte più coraggiose e decise verso il settore in cui lavoro adesso».
Quando gli chiediamo se consiglierebbe il suo lavoro a un’altra persona giovane, risponde che «è uno stile di vita! Molto differente dalle logiche prevalenti nella società d’oggi. Richiede sacrificio e fatica, costanza e predisposizione a lavorare sodo. Anche se alla fine, sommati i pro e contro, dà soddisfazioni. Il mio bilancio è positivo. Ma non è un lavoro per tutti».

Negli anni, ha attrezzato nuovamente la stalla e compiuto altri investimenti per rinnovare la sua tenuta agricola, in modo da accogliere bovine di Razza Reggiana. «Conoscevo già il Consorzio Vacche Rosse» – dichiara – «avevo parlato con degli allevatori informandomi sulle caratteristiche della razza che, poi, ho cominciato ad allevare circa due anni fa». I motivi che lo hanno spinto ad aderire al nostro Consorzio sono soprattutto tre: la filosofia produttiva, quella commerciale e la salvaguardia della biodiversità di una varietà bovina speciale. Tra le altre, ha apprezzato la nostra abilità comunicativa e di vendita del Parmigiano Reggiano Vacche Rosse «che già in fase di produzione» – sottolinea Michele – «nasce diverso dal Parmigiano Reggiano normale» per il suo disciplinare in più che porta al massimo la sostenibilità della filiera. Un alimento di qualità molto alta – prosegue a dire – «spiegato bene dalla rete commerciale del Consorzio Vacche Rosse: brava a raccontare le sue particolari caratteristiche d’eccellenza e diversità, facendo comprendere il perché del suo valore superiore sul mercato». Infatti, per sé intravede un futuro roseo grazie a un prodotto di tale pregio e che, col marchio delle Vacche Rosse accanto a quello del Parmigiano Reggiano, «dà delle prospettive solide a livello imprenditoriale che altri marchi non danno».