Alcune considerazioni sul 2022 e sul futuro
Il 2022 è stato un anno «complesso e difficile» e al tempo stesso «avvincente». A definirlo così è Marco Prandi, presidente e socio allevatore del Consorzio Vacche Rosse, all’inizio di un colloquio avuto con lui per tracciare una riflessione su quest’annata in dirittura d’arrivo e delineare delle prospettive per il 2023.
«In generale» – esordisce – «per il nostro Consorzio, il 2022 è stato ricco di opportunità perché è stato il primo anno vero di ripresa dopo la pandemia. Ma è stato pure caratterizzato dalle dinamiche del conflitto in Ucraina e da ulteriori segnali di cambiamenti climatici, come la lunga siccità».
Le tre C
Covid, conflitto e cambiamenti climatici sono perciò i fattori principali che, direttamente o indirettamente, hanno influito in modo rilevante sulla filiera produttiva da cui nasce, ogni giorno, il Parmigiano Reggiano Vacche Rosse.
Il Covid, per quanto in tono minore, negli ultimi dodici mesi ha fatto ancora sentire la sua presenza ingombrante; mentre il conflitto ha inciso pesantemente sui costi di approvvigionamento delle materie prime e su quelli energetici, con un duro impatto «sulla produzione negli allevamenti, in caseificio, nei costi riguardanti gli imballi, i trasporti». I cambiamenti climatici invece hanno causato una forte siccità che, dalla primavera all’autunno, ha coinvolto anche le aziende aderenti al Consorzio.

Le opportunità non vengono da sole
Ciononostante – aggiunge il presidente – «è stato un anno di grandi opportunità. Per esempio, abbiamo partecipato a un numero di fiere di settore ed eventi come mai prima d’ora. Siamo stati a Stoccarda, a Parigi al SIAL, a Parma al Cibus, a Firenze al Taste, a Verona al Vinitaly, a Monaco di Baviera, a Londra, negli Stati Uniti e in tanti altri posti in Italia, in Europa e nel mondo, dove abbiamo incontrato moltissime persone». A migliaia, inoltre, sono accorse alle due edizioni di “Caseifici Aperti” che si sono tenute «a casa nostra», presso il caseificio di Reggio Emilia. Tutti appuntamenti che hanno portato una ventata di «energia vera» ai soci e lavoratori del Consorzio Vacche Rosse, grazie ai momenti di condivisione vissuti a contatto diretto con la gente.




Attraverso questi incontri dal vivo, infatti, si sono potuti condividere da vicino l’eccellenza dei prodotti nati dal latte delle Vacche Rosse, il lavoro di trasparente qualità che c’è dietro e, soprattutto, la storia e i valori di cui sono espressione: aspetti che «sempre più vediamo riconosciuti e apprezzati dalle persone che incontriamo».
Valori fondamentali
Un crescendo costante di riconoscimenti, che nella storia e nei valori espressi dal Consorzio trova un punto di raccordo fra molti «Innamorati della Rossa», rafforzato negli ultimi anni proprio dai problemi emersi con le «tre C».
«Emergenza climatica e Covid, ad esempio» – dice Prandi – «sono due temi drammaticamente collegati tra loro, che hanno dimostrato come esista oggi un rapporto squilibrato fra gli esseri umani e il pianeta Terra. Per cui, è importante che ognuno di noi adotti da subito i comportamenti necessari per evitare peggioramenti del clima e dell’ambiente in futuro». Le soluzioni possibili, tra le altre, sono un mutamento dei consumi e un abbattimento degli sprechi, che significa una gestione responsabile delle risorse alimentari, naturali ed energetiche a disposizione; oltre a una difesa della biodiversità: «uno degli elementi fondanti della nostra attività, assieme alla sostenibilità, che si traduce in pratiche rispettose verso gli animali e la natura, nell’ottica quindi di salvaguardare e migliorare il rapporto delicato col nostro pianeta».


Auguri rivolti a noi e alla Terra
«Ognuno può dare il proprio contributo», secondo Marco, a questa enorme opera di salvaguardia della Terra «Al Consorzio Vacche Rosse, già da più di trent’anni, abbiamo cercato di salvare le bovine di Razza Reggiana dall’estinzione applicando valori antichi, reinterpretandoli in chiave moderna con l’obiettivo di tramandarli alle generazioni future».
Si tratta, infatti, di «valori eterni» – conclude Prandi – «poiché le tradizioni e i principi contenuti nella cultura del cibo e dell’alimentazione di qualità, come quella che portiamo avanti con le Vacche Rosse, sono validi oggi e lo saranno anche in futuro».
Pensando quindi al futuro, l’augurio che il nostro presidente rivolge è quello intanto di trascorrere un «Santo Natale in cui la dimensione famigliare, del rapporto personale con i propri cari e gli amici, sia l’elemento che fa stare insieme le persone»; mentre per il 2023 l’auspicio è «di sentirsi parte di questa meravigliosa storia umana e di avere sempre la grinta, la passione, la voglia di fare, tenendo saldi quei valori necessari al recupero di un rapporto corretto con l’ambiente e col pianeta».