L’estate in corso è stata segnata da caldo rovente e forte siccità, con dure ripercussioni ecologiche. Pertanto, un uso responsabile delle risorse idriche e naturali è oggi indispensabile più che mai.
Nelle nostre aziende agricole, noi del Consorzio Vacche Rosse siamo da sempre in prima linea nell’adottare comportamenti e metodi rispettosi della natura, allevando bovine di Razza Reggiana senza trattamenti intensivi e impiegando ogni risorsa secondo criteri di sostenibilità ambientale.
Per questo ci ha fatto piacere che il nostro allevatore e presidente Marco Prandi sia stato invitato a parlare nella terza puntata del podcast “L’ultima goccia”: una serie audio in quattro parti – prodotta da Chora Media e promossa dal Gruppo Hera – di cui è autrice e voce narrante Francesca Milano.
“Il grande fiume” scorre fino a noi
Il podcast è un «Viaggio lungo il Po» diventato, suo malgrado, un fiume afflitto dalla «siccità causata dai cambiamenti climatici». Infatti, come da titolo del terzo episodio, “Il ‘grande fiume’ non è più grande” e mostra segni di inaridimento.
Milano ha quindi raccolto le testimonianze di persone che, oltre a vivere nei territori accanto al Po, «lo amano, lo rispettano e si attivano per tutelare una risorsa sempre più preziosa come l’acqua». E durante il suo viaggio, la giornalista si è spinta nelle zone intorno a Reggio Emilia per capire da vicino perché le Vacche Rosse sono animali di particolare valore per affrontare tali crisi climatiche e ambientali.
Un interesse che l’ha guidata sino a Marco Prandi, che le ha fatto conoscere la folta mandria di Rosse Reggiane dell’azienda di famiglia e le innovative soluzioni che consentono di allevarle accuratamente, senza sprechi di acqua e risorse energetiche.

L’importanza di essere Rosse
Prima di dare la parola a Marco, nell’audio-reportage emergono i motivi per cui le Vacche Rosse risultano così preziose rispetto ai problemi in gioco. Ad esempio, sopportano bene il caldo torrido – com’è stato quest’estate – poiché sono più rustiche e resistenti in confronto ad altre razze. Difatti, con la loro usuale tranquillità e socievolezza, hanno continuato a dare ogni giorno la stessa quantità e alta qualità di latte con cui si fa il nostro Parmigiano Reggiano Vacche Rosse. Un tesoro alimentare di cui Prandi espone poi la storia: a partire dai monaci Benedettini insediati nei territori di Reggio Emilia nove secoli fa, quando crearono le forme originarie del Parmigiano Reggiano proprio con il latte delle bovine dal manto fromentino. Invenzione casearia di assoluta modernità! sorta dall’esigenza di conservare il latte fornito dalle loro mandrie e perciò, pure in quel caso, per evitare sprechi.


Interpretare il presente per anticipare il futuro
La voce di Prandi vibra di calore mentre ripercorre le gesta degli antichi Benedettini e l’importanza delle Vacche Rosse nella storia contadina, nonché dell’arte pittorica. Incalzato dalle domande, Marco attraversa le epoche e arriva a parlare della scottante attualità della questione idrica e climatica, la quale ha fatto calare la produzione di foraggio nei campi e aumentare i costi di gestione aziendale.
Ma non c’è sconforto nelle sue parole che, anzi, proseguono con viva passione a esporre le tecnologie innovative adottate nella sua azienda per ottimizzare i consumi d’acqua ed energia: dai sistemi odierni di irrigazione a getto sino agli impianti installati già nel 2009 e nel 2103, ossia quello fotovoltaico che sfrutta la luce solare e quello a biogas che trasforma il letame bovino in biometano. Due soluzioni che permettono l’autoproduzione di energia e la sua redistribuzione nella rete elettrica.
La testimonianza del nostro Marco chiude così la parte centrale del podcast, per fare spazio ad altre voci sul Po. E ci lascia con una suggestione per affrontare le sfide del domani: cercare, cioè, d’interpretare sempre i cambiamenti in atto tentando di anticiparne gli effetti a venire, «anche aprendo delle strade»; in modo da farsi trovare pronti e battere dunque sul tempo persino il futuro.
Ascolta l’episodio tre del podcast “L’ultima Goccia”, scritto da Francesca Milano per Chora Media