Un altro giro fra i luoghi dove si allevano le nostre Vacche Rosse
Dopo la nostra prima escursione fra le aziende agricole di Appennino e collina, associate al Consorzio Vacche Rosse, prenderemo ora strade diverse da quelle annunciate.
Non andremo verso la città e il comune di Reggio Emilia. Faremo invece un percorso più largo e avvolgente che, nella prossima puntata, si chiuderà proprio nel capoluogo reggiano: dove trent’anni fa è sorto il nostro Consorzio e dove, nel 1797, è nata la bandiera italiana. In tal modo, è come se volessimo suggellare questo tour in tre parti con un grande abbraccio finale che stringa insieme la nostra zona d’origine e l’Italia intera.
Del resto siamo tra gli alfieri del Made in Italy nel mondo, grazie agli squisiti alimenti che creiamo dal latte di Razza Reggiana, fra i quali regna sovrano il Parmigiano Reggiano Vacche Rosse.

Scendendo in pianura
La volta scorsa, dunque, ci eravamo fermati all’altezza di Quattro Castella e delle sue colline. Sulla stessa longitudine, allora, ripartiamo per visitare una serie di luoghi di pianura in cui si situano dieci aziende del nostro Consorzio.
E ritorniamo più a est, nel comune di Scandiano: cittadina magnificata nei versi del Premio Nobel e poeta Giosué Carducci, dove nacque e visse un altro illustre letterato come Matteo Maria Boiardo, celebre autore dell’Orlando innamorato. Dalla sua famiglia prende il nome l’imponente Rocca risalente al XII secolo e che splende troneggiante al centro dell’abitato, abbellito per giunta da altre architetture mirabili. Uscendo appena fuori, poi, possiamo trovare ulteriori bellezze… Ossia due allevamenti di radiose Vacche Rosse nelle vicine frazioni di Arceto – sede di un altro castello medioevale – e Pratissolo. Nella prima ha dimora la società agricola Il Casello di Ivano Catellani, nella seconda l’Azienda Agricola Francia Silvio.

Restando sul lato orientale della provincia reggiana, proseguiamo verso nord sino a un’altra conturbante cittadina, adorna di suggestivi porticati, palazzi e rioni. Parliamo di Correggio, anch’essa culla di artisti come lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, il compositore Bonifazio Asioli, la rockstar Luciano Ligabue e il famoso pittore cinquecentesco Antonio Allegri: alias il Correggio, appunto. Da lì, spingendosi fra le vie curve delle curate campagne dintorno, ci si può dirigere verso un paio di allevamenti di bovine dal manto fromentino: quello della Società Agricola Quercia Rossa, condotta da Ugo Franceschini in località Prato, e quello della Ronchi Energy Farm di Patrizia Mora.
Nel vivo della “Bassa” reggiana
Siamo già nel cuore, pertanto, della pianura che circonda la “Città del Tricolore”. A nord della quale si stende il comune di Cadelbosco di Sopra che, nel medioevo, ospitava varie colonie agricole tra cui quelle dei monaci benedettini. Questi ultimi, oltre a inventare la caseificazione del Parmigiano Reggiano con il latte delle Vacche Rosse, bonificarono la zona di Cadelbosco liberandola dalle paludi e rendendo i suoi terreni fecondi e rigogliosi. Gli stessi su cui oggi pascolano le bovine di Razza Reggiana allevate nella Fattoria Canada di Paolo Sassi e – a poca distanza, presso Villa Argine – quelle dell’Azienda Agricola Ferrarini Franco.

Dal medioevo cadelboschese alle vestigia archeologiche di Poviglio c’è giusto una quindicina di chilometri. L’area povigliese, infatti, è epicentro di notevoli studi e scavi nella locale Terramara Santa Rosa, dove sono state ritrovate testimonianze inestimabili dell’Età del Bronzo. Ma, al di là dei suoi insediamenti antichi, il comune capoluogo presenta nondimeno costruzioni di rilevante caratura estetica. Per cui merita una visita, così come la meritano le belle bovine fromentine che alleva Gianni Manicardi nella sua tenuta.
Confinante con Poviglio è il comune di Gattatico che, sin dall’uscita autostradale Terre di Canossa, fa subito scorgere il podere e parco agroambientale del Museo Casa Cervi: luogo delle memorie di vita politica e d’innovativa attività agricola dei sette fratelli Cervi, trucidati dai nazifascisti nel 1943. Dotato di una ricca biblioteca dedicata al mondo contadino e con assidue iniziative riguardanti la valorizzazione ambientale e paesaggistica, il Museo Casa Cervi è un «Ente accreditato» dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca «per la Formazione Superiore sul Paesaggio». E attraversando a nord il suo campo maggiore, si sconfina nelle verdi distese attornianti l’Azienda Agricola Torchia Roberto che, da sette anni (e qua il numero conta…), si dedica all’allevamento di Rosse Reggiane.
Uniti dalle Rosse
«Terre rosse» invece è una delle accezioni del nome latino Cuprum che, s’ipotizza, serviva a indicare l’inizio di terreni rossastri o, più precisamente, color del «rame». Cioè quelli su cui, più di un millennio fa, sorse Cavriago: comune adiacente alla Via Emilia che, alla notorietà del Busto di Lenin nell’omonima piazza, può ben aggiungere la grazia di Piazza Zanti coi suoi piacevoli porticati e il fascino monumentale dello storico Cimitero Napoleonico, realizzato nel 1810 per editto di Napoleone Bonaparte. Cavriago, poi, si distingue per vivacità culturale e dinamismo produttivo, offrendo un contesto ottimale all’operato della Società Agricola Miselli – Serri e alla sua quarantina di capi di Razza Reggiana. Una varietà bovina che inoltre, benché fieramente autoctona, supera qualunque campanilismo… Come dimostrano Mara Dall’Aglio,Giuseppe e Alessandro Zerbini con il loro folto allevamento di Vacche Rosse sito a Chiusa Ferranda, accanto a Fidenza, in provincia di Parma: città perennemente in derby con la vicina e “cugina” Reggio Emilia. Ma tali sono i pregi e le qualità della nostra adorata Rossa da farci andare tutti d’amore e d’accordo!